mercoledì 30 novembre 2011

In missione per conto di Icaro

Novembre è il mese dei morti e in effetti anche per le vie di Brera non gira anima viva. Solo qualche irriducibile zombie oppure noi della contrada, ma noi non facciamo testo, noi facciamo parte del contesto. Facciamo parte dell'arredo urbano, come le fioriere, i ciotoli o Icaro Ravasi. Icaro è un autentico artista di strada, anzi mi correggo, è un autentico artista di Brera. La sua presenza è qualcosa di rassicurante. Se una sera, inforcando via Fiori Chiari, non lo incontrassi, mi preoccuperei seriamente. Questa sera arrivavo da lontano, da via Pasubio, che per chi non conoscesse la zona, è oltre Porta Comasina. Praticamente periferia. Porta Comasina sono le mie colonne d'Ercole, superate le quali, il mondo, per come lo concepisco io, cessa drammatiacamente di esistere. Nel mio tragitto, all'altezza di via Marsala mi sono imbattuto in niente di meno che un Sitar, strumento a tre corde tipico dell'india settentrionale. L'oggetto era in attesa di un camion della nettezza urbana in compagina di un paio di vecchi sci, e qualche sedia sfondata. Per dirla tutta, anche il sitar era sfondato, qualcuno doveva averlo fracassato sulla testa di qualcun'altro, forse dello stesso suonatore di sitar, perchè il sitar è bello, è esotico ma dopo un po, come dire, scassa! Però è un bell'oggetto, decorativo, nonostante i danni strutturali ero tentato di arraffarlo ma poi lasciai stare. Arrivato in Brera, eccolo li, puntuale come sempre Icaro stava dispiegando tutto il suo armamentario di libri e poesie stradali, insieme a lui, una ragazza mora tutta intenta a prepararsi una sigaretta artigianale. 
     -Ciao Icaro- -Ue ciao, ti presento... (ho una pessima memoria per i nomi), lei studia arpa celtica.-
Era il secondo strumento inusuale nel quale mi imbattevo in una sera. 
     -Pensa che invece io mi sono appena imbattuto in sitar, solo che era tutto sfondato e così l'ho lasciato dov'era.-
A quel punto gli occhi di Icaro si erano fatti lucidi 
     -Ma dai, ma come, un sitar? Ma dov'era? ma anche se è rotto fa niente...- 
La faccenda era critica, bisognava agire immediatamente, il sitar doveva essere recuperato a ogni costo. Non restava che una cosa da fare, sguinzagliare i nostri mastini, i nostri cani da riporto prima che lo strumento andasse al macero. Fulminei i nostri si percipitarono sul posto e per un attimo rimasero atterriti dallo spettacolo: Uno spazzino aveva già tra le mani il bizzarro strumento e lo osservava con interesse. Doveva essere un musicista anche lui. Un amante de Trash Metal ma con evidenti contaminazioni Indie Rock. Non fu' facile per i nostri ragazzi avere la meglio. Ma alla fine riuscirono a bidonare lo spazzino promettendogli un autografo di Leano Morelli, un altro vero pezzo da collezione. Tornati alla base, pardon alla contrada, consegnarono lo strumento esotico e mal ridotto al buon Icaro che, felice come un bambino iniziò a coccolarserlo come fosse un tesoro.

venerdì 25 novembre 2011

Il Pontaccio

Quando non era ancora "chic" andare in Brera

Correva l'anno 1964. Un quartiere popolare fatto di artigiani, piccoli commercianti, prostitute, operai e brava gente. I locali notturni non erano ancora di moda. I ristoranti erano spesso latterie che che facevano piatti caldi per i lavoratori come quella delle sorelle Pirovini.

Foto: Skimino, da:http://www.skyscrapercity.com/showthread.php?t=1232367&page=640

La Contrada

Un quartiere storico che ha attraversato più epoche, che ha conosciuto alti e bassi, macerie e curiosità, miserie e nobiltà. Nobiltà sopratutto nelle anime di chi l'ha popolata e la popola tutt'ora cercando di farla vivere come una città nella città.

Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/File:Porta_Comasina_%28Milano%29-Stemma.svg