lunedì 19 dicembre 2011

Midnight... In Brera, operazione nostalgia.

Brera, è risaputo, è considerata una città nella città e se devo pensare a quale città potrebbe mai essere, il mio pensiero va sicuramente a Parigi. Ieri siamo stati a vedere Midnight in Paris di Woody Allen, un film a dir poco delizioso. Gil (Owen Wilson), uno sceneggiatore di Hollywood è a Parigi insieme alla sua petulante promessa sposa Inez (Rachel McAdams) e ai futuri suoceri. Gil vorrebbe piantarla di scrivere sceneggiature di successo ma artisticamente vuote per dedicarsi alla sua vera vocazione artistica: la narrazione. Inutile dire che tutti gli sono contro ma Parigi compie il miracolo. Mentre vagabonda a mezzanotte per la città in preda alle sue aspirazioni, una vecchia Peugeot con a bordo della gente vestita, come diremmo ora, un po' Vintage lo invita a salire e lo porta dritto negli anni venti. Da li un susseguirsi di eventi a catena uno più divertente dell'altro. Il protagonista è sicuramente un nostalgico dei "bei tempi andati" dell'epoca d'oro ma il film fa riflettere su una cosa: La nostalgia è qualche cosa di inesauribile, qualcosa di incurabile. Ci sarà sempre nel passato, nel presente o nel futuro, qualcuno nostalgico di un'altra epoca, anche se non l'ha vissuta in prima persona, anzi, forse sono quelli che lo sono di più. La nostalgia è un cane compiaciuto che si morde la coda all'infinito. Ruotando su se stessa, essa contribuisce a far girare il mondo. Dimostrandosi a tutti gli effetti l'unico clamoroso caso di moto perpetuo esistente su questa terra.

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